Tesla Battery Day 2020

Data
12 ottobre 2020
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Il tanto atteso Battery Day della Tesla ci ha permesso di dare uno sguardo a inedite tecnologie per le batterie e, soprattutto, a una nuova auto elettrica da 25 mila dollari.

Per quanto riguarda i nuovi prodotti, l’annuncio più importante è stato quello dell’arrivo di un modello d’ingresso gamma che avrà un prezzo di partenza di 25 mila dollari, 10 mila in meno rispetto a quanto inizialmente previsto per la Model 3. Secondo quanto annunciato da Elon Musk, la nuova compatta, della quale non è stato comunicato il nome, disporrà di avanzate tecnologie di guida assistita e dovrebbe arrivare sul mercato entro i prossimi tre anni.

Entro la fine del 2021 arriverà sul mercato anche la Model S Plaid, una versione ad alte performance della berlina di Palo Alto. La tre volumi sarà in grado di scattare da 0 a 60 miglia orarie (96 km/h) in meno di due secondi e di coprire il quarto di miglio in meno di nove secondi. Ciò sarà reso possibile da un powertrain a tre motori in grado di erogare più di 1.100 CV: l’autonomia sarà superiore alle 520 miglia, equivalenti a 837 km.

Successivamente, si è parlato del nuovo Autopilot, che ha richiesto una totale riscrittura degli algoritmi di gestione della vettura per proporre prestazioni ancor più elevate. Attualmente in fase prototipale, il sistema di guida assistita sarà lanciato sul mercato statunitense tra circa un mese.

Il primo obiettivo presentato durante il Battery Day è quello di raggiungere 20 terawatt di capacità produttiva di batterie. Attualmente una Gigafactory può produrre batterie per 0,15 terawatt all’anno: per raggiungere i 20 TW a livello teorico servirebbero così 135 fabbriche, ma la Tesla ha in serbo diverse novità che le permetteranno di realizzare un numero maggiore di batterie all’interno dei propri stabilimenti.

Musk ha poi parlato dell’importanza di contenere i costi della produzione di batterie per auto elettriche. La Tesla punterà così a ridurre progressivamente da oggi al 2025 il costo di nuovi modelli per rendere più accessibili le vetture a zero emissioni. Per questo motivo, il costruttore ha deciso di sviluppare delle batterie partendo da un foglio bianco.

A questo proposito i tecnici della Tesla hanno analizzato i problemi delle batterie sviluppando delle unità “tabless” pensate per essere più facili da produrre, più affidabili e per non avere problemi di surriscaldamento. Le nuove celle, chiamate 4680 per il diametro di 46 mm e l’altezza di 80 mm, potranno così garantire una potenza sei volte superiore rispetto alle attuali, contenere cinque volte più energia e garantire un’autonomia maggiore del 16% costando il 14% in meno. La produzione in serie è già partita su una linea pilota in California, ma il lancio sul mercato non sarà immediato.

Le batterie attualmente utilizzate dalle auto elettriche sfruttano processi produttivi che richiedono grandi impianti dedicati alla realizzazione degli elettrodi. Le nuove celle della Tesla utilizzano degli elettrodi realizzati a secco che permetteranno, una volta implementati i processi produttivi su larga scala, di realizzare batterie più rapidamente “saltando” alcuni dei passaggi attualmente necessari. Gli accumulatori saranno realizzati su linee di montaggio continue che garantiranno volumi produttivi sette volte maggiori rispetto agli attuali. Ciò permetterà di abbattere il costo produttivo per GWh del 75%: la Tesla punta così ad arrivare a produrre batterie per un totale di 100 GWh all’anno entro il 2022, per poi arrivare a 3 TWh nel 2030.

La Casa californiana ha inoltre pensato di modificare l’approccio nell’utilizzo del silicio per la produzione di batterie: una volta abbandonati i processi attualmente utilizzati, i tecnici hanno ideato un sistema scalabile che permette di evitare costose lavorazioni delle materie prime. Il risultato è un aumento dell’autonomia del 20% e una riduzione dei costi del 5% che va a sommarsi ai risparmi garantiti dalle altre tecnologie sopracitate.

I nuovi catodi della Tesla sono stati sviluppati per non utilizzare il cobalto, sostituito dal nickel. La Casa ha pensato di utilizzare differenti tipologie di catodi a seconda del modello: le vetture con un ciclo di vita più lungo, come la Model 3 e il nuovo modello d’ingresso gamma utilizzeranno catodi a base di ferro, mentre modelli come le Model Y, S e X impiegheranno un mix di nickel e manganese. I veicoli che dovranno trainare carichi pesanti, come il Semi e il Cybertruck, utilizzeranno invece catodi con alta concentrazione di nickel. Il costruttore ha inoltre annunciato che, grazie a nuovi metodi di estrazione, nel Nevada ci sarebbe abbastanza litio per elettrificare tutte le auto degli Stati Uniti.

Per contenere i costi di produzione la Tesla ha sviluppato anche nuovi processi produttivi per i telai delle vetture. Utilizzando nuove presse il costruttore potrà realizzare componenti di metallo più facilmente e in tempi più brevi.

Ispirandosi al mondo dell’aviazione, il costruttore realizzerà delle batterie strutturali per le auto del futuro. Ciò permetterà di ampliare del 14% l’autonomia, rendendo il telaio della vettura più rigido e leggero del 10%. I nuovi accumulatori permeteranno inoltre di risparmiare spazio sul fondo della vettura, a tutto vantaggio dell’abitabilità interna. Questa soluzione utilizzerà inoltre 370 parti in meno rispetto ai pacchi batteria odierni. Tutte queste novità garantiranno alla Tesla di risparmiare complessivamente il 56% a kWh per ciascuna batteria.

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