Sono meglio le nuove batterie Tesla o quelle allo stato solido?

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06 novembre 2021
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Quando si parla di batterie per le auto elettriche di nuova generazione sembrano essere sempre questi due i temi più caldi: lo stato solido e le celle 4680 di Tesla. Le prime potrebbero arrivare tra circa 4 anni, le seconde, forse, entro la fine del 2022.

In entrambi i casi siamo di fronte a prodotti rivoluzionari, che per densità energetica e velocità di ricarica potrebbero dare un’ulteriore scossa ai veicoli a emissioni zero. Ma quanto sono diverse tra loro queste tecnologie ? E che vantaggi offrono l’una nei confronti dell’altra? Partiamo dallo stato solido.

Le batterie allo stato solido promettono prestazioni imbattibili. Ci sono aziende, come QuantumScape, che stanno testando prodotti con elettrolita ceramico con densità energetica di 400 Wh/kg. L’azienda crede addirittura di poter arrivare in un tempo relativamente breve a 600 Wh/kg. La media delle batterie agli ioni di litio attualmente in commercio è di poco inferiore ai 200 Wh/kg.

QuantumScape, che lavora a stretto contatto con Volkswagen, è in buona compagnia. Solid Power, società americana che ha da poco stretto una partnership strategica con SK Innovation, afferma di essere arrivata a 390 Wh/kg e con la sua expertise ha convinto Case come Ford e Bmw a supportare il progetto.

Considerando anche tempi di ricarica particolarmente ridotti, le batterie allo stato solido potrebbero davvero portare l’auto elettrica su un altro livello. Però faticano ad arrivare sul mercato. I primi studi sul tema sono iniziati alla fine degli Anni ’70 e anche se dovremmo essere vicini al vederle debuttare sul mercato (si parla di 2024 o 2025), c’è chi – come Gene Berdichevsky di Sila Nanotechnologies (azienda che studia sistemi all’avanguardia nello stoccaggio dell’energia) – crede che non sia così scontato riuscire a produrle in grandi quantità entro pochi anni.

“Exxon fu la prima a cimentarsi con batterie allo stato solido: iniziò a lavorarci nel 1978 – spiega Berdichevsky – Ad essa seguirono Duracell (1981), Bell (1983), Bridgestone (1987) e via via altri. Tutti colossi che hanno alzato bandiera bianca dopo aver dedicato tempo e soldi a risolvere svariati problemi”. Adesso che però l’attenzione sul tema degli accumulatori, e gli investimenti, sono ai massimi storici, la questione potrebbe essere finalmente cambiata.

Le opinioni sullo stato solido, insomma, sono discordanti. Di fronte a certe argomentazioni, non resta che attendere qualche manciata di mesi. E nel frattempo, Tesla sembra aver voluto intraprendere una strada diversa, almeno nel breve periodo. Elon Musk ha valutato tante tecnologie diverse, inclusa quella dei supercondensatori, ma poi ha optato per i prossimi anni su un prodotto meno di rottura: le celle 4680.

Queste non sono solo più grandi di quelle 1865 e 2170 montate attualmente sulle auto della Casa di Palo Alto. Costano la metà (e già questo è un enorme vantaggio) e possono immagazzinare una quantità di energia 5 volte superiore raggiungendo una densità di circa 300 Wh/kg. Non sono quindi performanti come le batterie allo stato solido, ma sono di gran lunga migliori di quelle tradizionali attualmente in circolazione.

Elon Musk ha scelto questa strada principalmente per un motivo: con le celle 4680 vuole arrivare ad avere nell’immediato le batterie più performanti a disposizione. Almeno per qualche anno, fino a quando le batterie allo stato solido non saranno finalmente realtà. Ma cosa succederà nel frattempo?

Secondo Elon Musk esordire sul mercato con le celle 4680 permetterà di costruire un enorme vantaggio competitivo. Oltretutto, una volta individuato il modo più efficiente di produrre questo tipo di accumulatori, la conversione delle linee all’interno delle Gigafactory dovrebbe essere piuttosto rapida e non eccessivamente costosa.

Quando succederà? Entro la fine del 2022, si diceva. E non ci si basa solo su una dichiarazione ottimistica del boss di Tesla. A dimostrarlo sono i progressi compiuti e la freschissima notizia della costruzione di una linea produttiva in grado di garantire già elevati volumi presso la Gigafactory di Austin, in Texas. Insomma, ancora non ci siamo, ma siamo davvero vicini.

FONTE: https://insideevs.it/news/545260/batterie-tesla-4680-stato-solido/

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