Le immatricolazioni di EVs sono ancora molto basse, per quali motivi?

Data
18 gennaio 2016
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Prima riflessione

L’automobile è e deve restare un mezzo capace di darci un’autonomia significativa, essere al nostro servizio, restare una soluzione e non diventare un problema.

Nel 47.3% dei casi ci sembra questa la sottolineatura: Autonomia, distribuzione dei punti di ricarica e tempi di ricarica.

Vale a dire che se bisogna fare troppi ragionamenti e ‘piani di battaglia’, se non si è liberi di ‘girare la chiave’ e partire eventualmente fermandosi al primo distributore per guadagnare la strada che resta da fare l’equazione sembra non tornare.

Si tratta di punti nevralgici, pre-requisiti in assenza dei quali non si può parlare di una vera automobile:

  • un giocattolo?
  • un oggetto da esibire?
  • un veicolo trendy per il suo (presunto) contenuto ambientale?

Ci può stare, ma non è più un’automobile, è qualcosa d’altro.

 

Seconda riflessione
Qual è la percezione del valore funzionale, economico ed emotivo/simbolico legato a un’automobile ?

In circa un quarto dei casi (26.4%) è il prezzo a posizionarsi come elemento discriminante l’insuccesso. Senza dubbio in termini assoluti ma, va da sé, anche in relazione al servizio e all’immagine che si ha del prodotto (proposta, veicolo, contenuti pratici e di servizio, etc).

A mancare sembra una motivazione economica portante, o forse anche una legittimazione razionale a supporto dell’EV.

Ci sono tante auto ‘tradizionali’ che costano molto (forse anche troppo) ma vivono il successo e riscuotono consensi. E allora come la mettiamo ?

Cerchiamo le motivazioni in quelle più sopra esposte nel corso della prima riflessione.

Terza riflessione
La resistenza al cambiamento: c’è sempre e sempre resterà, è una questione di metabolizzazione del cambiamento stesso.

Nel 13.2% dei casi si giudica che il mercato non sia ancora pronto, che non abbia ancora metabolizzato, capito, calcolato.

Ma come si può scardinare la resistenza al cambiamento ? Mi viene un Amarcord legato alle resistenze che hanno frenato la crescita dei motori diesel tanti anni fa:

  • lenti, troppo lenti (= no prestazioni)
  • grandi, troppo grandi (= cubature elevate per il tempo)
  • molto, molto durevoli. ma privi di attributi attrattivi, passionali, emotivi
  • buoni solo per grandi viaggiatori e users professionali (= solo funzione)

Almeno in quel caso le resistenze sono state forzate a suon di ricerca e di evoluzione tecnica e tecnologica (a partire dal turbo per finire al Common Rail).

E in tema EV, un tema relativamente recente, i tentativi di scardinamento della status quo sono impercettibili, neanche deboli.

Il resto delle risposte (13.1%) si ripartisce con basse percentuali fra basse performances e scarsa scelta (11.0% equamente distribuito) e carenza comunicativa (circa 2%).

Alla fine dei conti

Forse oggi l’EV vive in un limbo scarsamente sostenibilein un contesto percettivo e strutturale che non gli consente una dignità da ‘automobile vera’ come concetto attuale e metabolizzato.

Certamente attrattivo e culturalmente portatore di valori potenzialmente interessanti (green, running costs) non riesce a ‘sdoganarsi’ dall’area ludica e dell’immagine tout court per via di suoi problemi endogeni (es. autonomia, posizionamento di prezzo elevatissimo) ed esogeni (basi di ricarica, tempi di ricarica)

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