DIESELGATE

Data
02 marzo 2016
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La Mercedes-Benz è stata citata in giudizio nello stato americano del New Jersey: l’accusa, secondo le informazioni riportate da Bloomberg, è quella di aver installato sui modelli BlueTec un “defeat device” analogo a quello studiato dal Gruppo Volkswagen, il famigerato dispositivo in grado di ingannare i controlli delle emissioni che ha dato vita allo scandalo del dieselgate lo scorso settembre.
Le accuse di un nuovo defeat device. Il presunto sistema della Mercedes-Benz, la cui presenza è per il momento solo ipotizzata nella denuncia, sarebbe capace di alterare i livelli effettivi delle emissioni nocive, disattivando i controlli a temperature esterne inferiori ai 10 gradi centigradi.

Sospetti non solo dagli Usa. Lo stesso, ipotetico “device” era stato citato anche dal giornale tedesco Der Spiegel in una recentissima inchiesta: secondo l’articolo, la Casa di Stoccarda ha ammesso l’esistenza di un sistema che avrebbe la finalità di proteggere l’integrità del propulsore, e che si attiverebbe dunque per sole ragioni di sicurezza. Anche un test indipendente condotto dall’ente olandese Tno per conto del locale Ministero dell’Ambiente punta il dito verso le vetture di Stoccarda, accusate di far registrare valori effettivi di emissioni superiori di decine di volte rispetto a quelli omologati.

Gli avvocati affilano le armi. L’azione legale è stata presentata dallo studio Hagens Berman Sobol Shapiro LLP, già noto ai media per aver sostenuto le azioni di alcuni clienti contro il Gruppo Volkswagen: l’obiettivo dei legali è quello di organizzare una class action a livello nazionale, dal momento che il sistema sospetto, accusano gli avvocati, potrebbe trovarsi su un’ampia gamma di Suv e berline della Casa.

La Casa: “Accuse prive di fondamento”. Un portavoce di Daimler AG ha smentito seccamente le accuse definiendole “prive di fondamento”, e confermando che tutti i veicoli Mercedes-Benz con tecnologia BlueTec rispettano le normative di omologazione richieste. L’eco della notizi, tuttavia, è stato sufficiente a far perdere quasi il 2% al titolo alla Borsa di Francoforte.

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